Lo stile Luigi XV

Destinato ad ambienti più piccoli e intimi, il mobile Luigi XV, anch'esso di dimensioni ridotte, assume una nuova importanza nel decoro delle stanze e si differenzia e moltiplica in una varietà di tipi che si confanno ai più diversi servizi. Tavolini per il giorno e la notte, il lavoro di cu- cito, il gioco, il servizio, cassettoni, angoliere, poltrone e poltroncine, canapé e sofà nelle più strane fogge riempiono camere, salotti e boudoirs. Trionfano le linee curve: profili, sagome e onnamenti divengono sinuosi e serpeggianti, animati da volute, riccioli, cartigli, cascate capricciose e increspature da giochi d'acqua. È il trionfo del Rococò che rappresenta l'apice di una tendenza già in atto nei decenni precedenti. Pompa e maestà ce- dono il posto a grazia, eleganza e fantasia. L'impero del classicismo termina e l'ispirazione vie- ne liberamente attinta alle fonti più varie: come scrive Hugh Honour in Chinoiserie. The Vision of Cathay (1961), citando un critico del tempo, «tutti i generi andavano bene, fuorché il genere noioso».

 

La società gaia, delicatamente sensuale, raffinatamente elegante, spensierata e giocosa della prima metà del Settecento continua a prediligere le cineserie che raggiungono l'apice della perfezione nei lavori di François Boucher (1703-70), Christophe Huet (m. 1759) e Jean-Baptiste Pillement (1728-1808). Boucher, il famoso pittore, si limitò nel campo delle arti decorative al di- segno di cartoni per arazzi, ma i suoi quadri e le sue incisioni furono fonte di ispirazione per in- tarsi, stoffe e porcellane. Egli rappresentava fiere cinesi, udienze di mandarini e Gran Mogol, dame con pappagallini, gentiluomini paludati in ampie vesti e con buffi cappelli a cono intenti alla pesca, scene del genere fête champêtre o d'ispirazione classica, con dei e dee. Fu il pittore prediletto di Madame de Pompadour, favorita di Luigi XV e grande protettrice delle arti. Sia Huet sia Pillement alimentarono la moda della cinese- ria fino alla fine del secolo.