Lo stile Luigi XIV nell’arte e nell’artigianato
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Lo stile Luigi XIV nell’arte e nell’artigianato

Lo spirito accentratore e dominatore del re Sole giocò un ruolo fondamentale nello sviluppo dello stile che prende il suo nome. Con la collaborazione del suo grande ministro, Jean – Baptiste Colbert, riuscì a creare un sistema di manifatture e di ateliers, dipendenti dalla corona, che non solo portarono l’arte e l’artigianato francesi a un alto livello di perfezione, esemplare per tutta l’Europa, ma, nello stesso tempo furono anche lo strumento di automagnificazione e di glorificazione del sovrano. Gli artigiani e gli artisti al suo servizio creano infatti una sontuosa cornice, Versaille, in cui ogni architettura, ogni motivi decorativo ogni pittura era intenso ad esaltare la potenza e la gloria di Luigi XIV.

 

Grande coreografo e direttore di questo programma fu, inizialmente, il pittore e disegnatore Charles Le Brun. Dopo aver studiato pittura con Simon Vouet, Le Brun venne inviato a Roma dal suo mecenate, il cancelliera Seguier. Rimase a Roma circa tre anni conoscendovi Nocials Poussin e Pietro da Cortona, da cui riprese in parte quello stile barocco classicheggiante che divenne caratteristico delle sue opere. Colbert lo raccomandò al re al suo ritorno in Francia: ciò gli valse dapprima la nomina a direttore della manifattura d’arazzi di Maincy e poi della manifattura di Gobelins, che era stata fondata a Parigi nel 1663 da Colbert. Nei diversi ateliers dei Gobelins, che con i laboratori del Louvre, anch’essi controllati da Le Brun, furono il centro della produzione d’arredi per la corona, lavoravano circa duecentocinquanta artigiani tra tessitori di arazzi, pittori, bronzisti, mobilieri orafi e argentieri. Chiusi nel 1684, dopo la caduta in disgrazia di Le Brun in seguito alla morte di Colbert, furono riaperti nel 1699.

Oltre a fornire i cartoni per gli arazzi, Le Brun disegnò modelli per ogni genere di produzione artigianale, controllando dispoticamente la qualità dell'esecuzione e la raffinatezza degli ornati ai quali diede un carattere classicheggiante moderando la vistosità, l'amore per la bizzarria e l'eccesso decorativo tipici del Barocco. Le Brun accentuò l'influenza italiana già sensibile prima dell'ascesa al trono di Luigi XIV, influenza dovuta soprattutto all'opera del cardinale Mazzarino che dall'Italia aveva fatto giungere numerosi artisti e artigiani, fra i quali Cucci. I temi classici vengono comunque usati da Le Brun come allegorie della sovranità di Luigi XIV.